" C'era bisogno di uno scossone". Sfida a Gasparri

Gazzetta del Sud Mario Cavaleri PALERMO Sorriso sornione, piglio deciso, coriaceo e passionale, Gianfranco Miccichè ha ripreso la smagliante forma dei tempi migliori e gode al pensiero che ancora molti deputati del suo stesso partito si arrovellano "storditi", alla ricerca di capire esattamente cosa è accaduto, ma soprattutto come sia stata possibile questa nuova piega presa dagli eventi, proprio quando tutto lasciava ritenere che si andasse in opposta direzione. Quale? La scissione del "rivoluzionario" Gianfranco, indomito nella sua voglia di dimostrare di essere ancora capace di soluzioni geniali. - Invece la scissione non c'è stata e con Lombardo avete vinto su tutta la linea ? «Ha vinto la Sicilia; la necessità di dare un chiaro segnale di svolta; di non essere abbarbicati a logiche ormai superate». - Ma Lei ha pure condiviso quell' alleanza con l'Udc. «Ho partecipato ma non ho motivo per difendere un modo cristallizzato di concepire la gestione della macchina regionale, come avrebbero voluto continuare a fare altri. Tutte cose che Berlusconi ha compreso bene e siccome lui sa quanto la nostra sia terra di equilibri difficili, spesso laboratorio politico, ha evitato che si andasse a una rottura e magari verso un'esperienza Mpa-Pd». - E stato solo questo a convincere il premier a dare via libera alla ricomposizione, pur a costo di smentire clamorosamente i coordinatori nazionali e i due regionali ? «Ma insomma, Lombardo è stato scelto un anno fa, e lo dico proprio io che allora ero il diretto rivale; sarebbe stato mai concepibile smentire una scelta da tutti noi voluta, per l'atteggiamento schizofrenico di qualcuno refrattario al cambiamento ? Se la Regione ai tempi di Cuffaro avesse funzionato, allora nulla da dire; ma gli imprenditori ci contestano una serie di inefficienze, una burocrazia che non risponde; un apparato che non tiene il ritmo. Dunque c'era bisogno di decisioni forti, di uno scossone, che Lombardo ha saputo dare». - Su Berlusconi ha influito il suo amico Marcello Dell'Utri ? «Non c'entra nulla. Dell'Utri per me è un grande amico, una persona saggia e come tale i suoi consigli sono indispensabili, ma Berlusconi ha fatto di testa sua; e non sbaglia. Aveva promesso che si sarebbe occupato della Sicilia, lo ha fatto decidendo in autonomia dopo aver capito la bontà della soluzione». - Che continua a non essere digerita da molti nel Pdl . «Sì; ma chi può permettersi di contestarla ? Come faranno a mettersi di traverso i coordinatori regionali o il capogruppo... Piuttosto si dimettano. In politica si vivono stagioni di vittorie e di sconfitte e da queste ultime si deve imparare». - A Lombardo e anche a Lei contestano di voler stravincere, per esempio sulla vicenda Cas.. «Ho saputo del commissario dai giornali, non me ne sono occupato. E comunque è ben poca cosa rispetto alle scorrettezze che ho ricevuto. A Marsala hanno cercato di liquidare i miei assessori con la promessa di una candidatura alle Politiche; hanno boicottato la campagna elettorale di Michele Cimino, messo all'indice perché "sospeso" dal partito; e di queste cose ne potrei raccontare tante. Io comunque sono per il dialogo. Ma lo stesso Angelino Alfano è il primo a non volere dialogare. Se la risposta, ad esempio di Castiglione, è il silenzio, andiamo avanti lo stesso ma allora vuol dire che sono loro che vogliono straperdere». - E il partito del Sud ? «C'è una sotto rappresentazione del Sud, ne è consapevole anche la mia amica Stefania Prestigiacomo; Bossi e la Lega tutelano il loro territorio; il ministro Tremonti non è benevolo col Meridione. Occorre riequilibrare questo sbilanciamento. Se dentro il Pdl si ritroverà questa nuova attenzione bene, altrimenti bisognerà fare un'esperienza che garantisca di più il territorio. La vicenda dei fondi Fas è emblematica. Attendiamo ancora la firma di Tremonti che prende tempo». - Come finirà con Gasparri e la sua "sfiducia costruttiva" ? «Gli lancio una sfida: questa legge non passerà perchè è ridicola. Non può avere spazio in un Parlamento serio; non si piegano le leggi a piccole convenienze del momento; o magari a un mancato assessorato». - A dicembre sarà operativa la legge regionale che ridisegna i dipartimenti e gli assessorati. E' prevedibile un aggiustamento in giunta ? «A me pare che questo sia un Esecutivo solido; i correttivi sono sempre possibili. Ma voglio dire che quando un anno fa mi son proposto pensavo che la mia candidatura fosse la migliore per un progetto di cambiamento. Devo dare atto che l'intelligenza e il coraggio di Raffaele Lombardo si stanno dimostrando determinanti nell'azione di rilancio della Sicilia».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/1/2009

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