Necessaria una tregua nella guerra alle insegne

Necessaria una tregua nella guerra alle insegne Gazzetta del Sud Peppe Paino Lipari Insegne a bandiera, vetrine e infissi non regolamentari lungo le strade del centro storico dell'isola, in base all'art.38 del Piano paesistico, e rimozione di uno di questi arredi da parte di un esercente: È stata la "Subba 1930" a dover smontare l'insegna e non "La Piazzetta" di Nino Subba. Quest'ultima attività, però, avendo a sua volta l'insegna collocata sullo stesso palo, nel corso Vittorio Emanuele, dovrà procedere, come da ordinanza dell'ufficio illeciti, nello stesso senso. Il titolare dell'attività Nino Subba, comunque, con un esposto alla Procura ha chiesto di verificare il posizionamento di tutte le altre insegne. Sulla questione, l'assessore all'annona Massimo D'Auria, com'è noto, ha ravvisato nei giorni scorsi la necessità di trovare con la Soprintendenza di Messina una soluzione ai fini dell'approvazione di un nuovo regolamento comunale per l'occupazione di spazi pubblici. Per Aldo Natoli, decano dei geometri eoliani ed ex presidente dell'associazione dei tecnici dell'arcipelago, però «gli illeciti non si sanano modificando i regolamenti ma con la consapevolezza che si vive su un territorio speciale da proteggere». A tal proposito Natoli ha puntualizzato che sia il Ptp che il regolamento edilizio comunale non vietano la collocazione di insegne a parete, vetrine e tende (che in ogni caso necessitano di autorizzazione edilizia) ma che gli strumenti si limitano ad indicare le modalità di collocazione e realizzazione. La disposizione paesaggistica, in vigore dal 2001 vieta però la collocazione di insegne a bandiera e ne dispone la rimozione, a carico dell'Amministrazione Comunale, entro cinque anni dall'approvazione del nuovo Regolamento edilizio. Natoli, intervenendo anche in merito alle dichiarazioni del comandante della Polizia municipale, Nico Russo, riportate di recente dalla Gazzetta, tiene a precisare che l'azione della Soprintendenza, nel caso Subba, non scaturisce da denunce ma da un "atto dovuto" essendo le due insegne collocate con palo e su suolo pubblico. «In questo caso – ha scritto Natoli – non si doveva intervenire con ordinanza del Servizio illeciti ma con la rimozione coatta».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/24/2009

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