Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
Della prossima giunta di governo, il Lombardo Ter, faranno parte «quelle forze politiche che anche con atti formali hanno sostenuto il programma delle riforme, per l'approvazione del quale chiediamo anche l'appoggio dell'Ars», ha dichiarato ieri il presidente della Regione Raffaele Lombardo nel corso dell'incontro coi giornalisti per il tradizionale scambio d'auguri. Ci saranno assessori politici in rappresentanza di Pdl-Sicilia, Mpa e Alleanza per l'Italia, il movimento fondato da Francesco Rutelli, al quale ha aderito il deputato siracusano Mario Bonomo, già parlamentare del Pd. Gli altri saranno tutti tecnici. In quanto al Pd, ha spiegato Lombardo, «sarà un appoggio senza richiesta di compensazione da parte di questo partito con posti nel governo o di altro tipo». «Abbiamo preso atto con piacere - ha aggiunto - dell'atteggiamento del Partito democratico sulle riforme. Una riforma importante e radicale come quella della semplificazione burocratica non si può fare con 31 deputati, ce ne vogliono almeno 46 e, quindi, questo apporto è indispensabile, così come lo è per la riforma del sistema di rifiuti, che è stata paralizzata in commissione, sebbene sulla carta, quando fu presentata, avessimo una stragrande maggioranza».
«Anche in quel caso – ha sottolineato il presidente della Regione, rimarcando il particolare che l'ostruzionismo era alimentato dai cosiddetti lealisti del Pdl e dall'Udc - il Pd ha assicurato un apporto disinteressato alla legge».
Il Lombardo Ter dovrebbe essere costituito prima di Capodanno per farne coincidere la formalizzazione con l'entrata in vigore della riforma degli assessorati, in modo che siano i nuovi assessori a firmare i decreti di nomina dei nuovi direttori». «Posso assicurarvi - ha precisato Lombardo in riferimento a quanti in questi giorni lo accusano di voler mettere insieme una maggioranza di diversa estrazione rispetto al risultato elettorale - che non si darà vita a un governo in cui ci possono essere tracce di ribaltoni. Sarà un governo che esprimerà la volontà di sostegno all'esecutivo e darà forza all'impulso riformatore».
Ed è tornato a parlare ancora una volta del rapporto col Pd, ribadendo che «ognuno resta a casa propria. Il nucleo di partiti che sostengono il governo e il Pd – ha sottolineato - si incontrano sul terreno neutro delle riforme e chi parla di ribaltone mente volgarmente». «Approfitto di questo incontro con la stampa – ha detto ancora Lombardo, rivolto a quanti lo accusano di immobilismo - per ripristinare la verità, perché quanto fatto dal mio governo non ha eguali per lavoro e impegno».
«Da qualche tempo - ha ricordato - assistiamo all'abuso del termine "paralisi". Sulla sanità, ad esempio ci sono state tantissime polemiche. La verità, però, è che noi abbiamo rispettato un piano di rientro concepito da altri, realizzato una riduzione dei costi, risparmiato 200 milioni di euro all'anno di Irpef e Irap».
Per il bilancio ci sono difficoltà, "la situazione non è facile, ma noi – ha sottolineato Lombardo - abbiamo detto no alla contrazione di nuovi mutui, perché, prima o poi, le casse della regione devono essere risanate. Con il mio governo le cose non rimangono sul programma, perché ci facciamo in quattro per realizzarle».
Quindi, «quale paralisi della Sicilia? Anzi, abbiamo fermato lo sfascio della Regione. Semmai l'unica paralisi di cui siamo responsabili è quella del saccheggio indiscriminato e truffaldino, che avrebbe coperto di pale eoliche il territorio regionale, deturpando il paesaggio, senza lasciare considerevoli vantaggi ai siciliani. Abbiamo detto no a questo scempio».
«Negli ultimi mesi – ha proseguito Lombardo - abbiamo assistito a un clima di odio e di tensione. Ciononostante, vivo serenamente, anche se su di me sono state dette tante calunnie e ho ricevuto tanti insulti. In ogni caso vi posso assicurare che nessuno assaggia né il caffè né il primo o il secondo».
«Il presidente Berlusconi ha sintetizzato questo stillicidio di aggressioni quotidiane che poi possono ispirare qualche mente labile, ma non credo affatto che in Sicilia ci siano stati termini o toni molto più garbati o delicati. Se vi facessi vedere tutti i dibattiti televisivi e le trasmissioni in cui sono stato fatto oggetto di insulti di ogni genere, notereste che sono da azione legale. Per non parlare dei manifesti funebri affissi in qualche città della Sicilia».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/22/2009
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