Ex Pomice, messaggio forte e chiaro a D'Ambra

Ex Pomice, messaggio forte e chiaro a D'Ambra Riceviamo dagli ex lavoratori della pomice e pubblichiamo: Avremmo fatto a meno di rispondere al Liquidatore della Pumex S.p.A., ma visto i toni, i termini ed i momenti nei quali interviene, no ne possiamo davvero fare a meno. In maniera più specifica: - Per chi non avesse letto attentamente, ecco il modo di fare impresa da parte del suddetto imprenditore, io soldi no ne ho, ma li posso reperire “Nel circuito Finanziario”. Ma abbiamo capito bene? - Abbiamo un imprenditore che non ha soldi? Non ci sembra affatto possibile. - Forse non avrà liquidità, ma sicuramente proprietà ne ha da vendere, sempre volendo naturalmente. - Abbiamo un imprenditore che, invece di far fronte ai DEBITI creati da una S.p.A., chiede soldi altrui per poterli investire, nel caso specifico userebbe anche i nostri? - L’azienda, sembrerebbe che non abbia chiuso in maniera “imprevista” ed “imprevedibili”, ma non sta nè a noi dirlo, ma soprattutto nemmeno a Lui, sarà la giustizia a fare il suo corso e speriamo a dare le giuste sentenze; - Dobbiamo però ricordare all’ex Presidente della Pumex che, sino alla fine del rapporto di lavoro, ossia dopo che il 31/Agosto/2007 hanno chiuso l’azienda, lui ha imposto ad alcuni ex lavoratori di effettuare, in aree esterne all’ambito aziendale e quindi senza tenere conto delle mansioni di ognuno di noi, pulizie e sgomberi di magazzini, case ecc., ovviamente di sua proprietà; ha iniziato ad obbligarci alla firma del registro “disponibilità”, questo vuol dire che ogni lavoratore spendeva giornalmente il carburante necessario per recarsi a Porticello, firmare detto registro, ovviamente perché lui non aveva più lavori personali da farsi fare e questo attenzione, solo per non licenziarci subito – forse credendo che, vista l’inattività dell’azienda non era obbligato a dover pagare gli stipendi – a questo punto nasce la novità del registro, come una sorta di dispetto tra bambini, e cosa ancora peggiore molti ex lavoratori, dopo che lui stesso ha detto, a voce naturalmente, di non recarsi a lavoro data la situazione, si sono visti mancare nelle buste paghe di quegli ultimi 3 mesi, oltre alle ferie ed alla malattia, ingenti somme di denaro che sono attualmente oggetto di ricorsi giudiziari. Per puntualizzare e spiegare meglio, i tre mesi non sono l’iter della mobilità e nemmeno il preavviso ed anche quest’ultimo ad alcuni lavoratori non è stato ancora pagato. Per non parlare di cosa ha combinato a tutti i lavoratori che avevano effettuato la cessione del quinto e che sono stati costretti a prendere un legale anche per difendersi da quest’altra meschinità, l’azienda in parole povere come non ha pagato i lavoratori non ha pagato nemmeno le suddette “cessioni”. - Se un concordato era fatto “BENE” ed era garante, come mai è stato Bocciato? Forse è stato, volutamente, sbagliato per prendere tempo in modo da affamare ancora di più i propri dipendenti? - Parliamo di sicurezza e ci chiediamo, ovviamente, ma in questi anni abbiamo lavorato in un modo non sicuro, quindi? Se le cave non sono state lasciate in sicurezza, vuoi vedere che la colpa è della Comunità Europea che ha bloccato la pesca del Tonno Rosso e del Pesce Spada? Egregio dottore D’Ambra, ma di cosa sta parlando? L’informazione che riporta le Sue dichiarazioni è la stessa che, per tre anni ha subìto le sue MUTE proteste e solo oggi, casualmente e maliziosamente, chiede spazio per “DELIRARE” sul problema di trentotto famiglie che Lei, per l’ennesima volta, vuole trasformare nella Sua personale battaglia per i suoi interessi economici e puramente personali. - Siamo certi che non Le interessa affatto nè la nostra dignità, né tanto meno farci riavere un lavoro, purtroppo di questo siamo convinti, a Lei interessa solo fare soldi. Ci faccia la cortesia di lottare in modo concreto, per i Suoi personali interessi economici, senza strumentalizzare oltre la nostra lotta e l’orgogliosa “MISERIA” che ci distingue, utilizzando sino ad oggi, il nostro TFR per dare acconti ad alcuni di tutti i Suoi creditori. In ultimo chiediamo al Dott. Vincenzo D’Ambra, di attivare i suoi canali Finanziari ed ovviamente se ne ha, di prelevare dai suoi conti correnti il denaro sufficiente per dare a noi, Ex Lavoratori della pomice, ciò che ci deve, ossia il nostro TFR ed il nostro preavviso e dopo se vuole continui a fare i suoi giochetti. Comunichiamo sin da adesso che per noi l’argomento è chiuso e pertanto non risponderemo ad eventuali altre provocazioni e/o risposte. EGREGIO DOTTORE D’AMBRA CI DIA I NOSTRI SOLDI E CI LASCI IN PACE, SOLO QUESTO LE CHIEDIAMO. Noi, che ci distinguiamo sempre in quanto Signori, Le porgiamo Distinti saluti Gli ex Lavoratori della Pomice

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 4/16/2010

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