"La mafia è una montagna di merda"

PEPPINO IMPASTATO VIVE IN COLORO CHE PERSEGUONO LA LEGALITA’. (La Mafia è una montagna di merda) La mafia è una montagna di merda' scriveva Peppino Impastato sulle pagine del ciclostilato L'idea socialista, giornale a cui collaborava attivamente. Non aveva paura di pronunciare apertamente una parola che in tanti preferivano far finta di non conoscere. E non aveva paura di parlare degli interessi della mafia portati avanti grazie ad un indissolubile legame con la realtà politica, locale e non solo. Parlava dei traffici illeciti di droga ed armi e parlava dei grandi appalti e delle enormi quantità di denaro che gli stessi muovevano. Il suo impegno era portato avanti non solo sulle pagine de L'idea socialista quanto soprattutto sulle frequenze dalla radio libera Radio Aut, una radio scomoda attraverso la quale lui ed i suoi coraggiosi amici si facevano beffe dei 'potenti' locali che comandavano a Mafiopoli (come era solito chiamare l'amministrazione del suo paese, Cinisi) Questi coraggiosi ragazzi irridevano mafiosi ed istituzioni colluse riuscendo da un lato ad incrinare l'aura di intoccabilità che li contraddistingueva e dall'altro portando all'attenzione di tutti le evidenti patologie di un sistema in cui era la mafia a comandare. Nella trasmissione satirica «Onda Pazza», in onda sull'emittente di Cinisi «Radio Aut», Peppino Impastato usa l'arma dell'ironia e dello sfottò, mettendo a nudo ciò che tutti vedono ma che nessuno ha il coraggio di denunciare. Gira sfacciatamente il dito nella piaga delle infiltrazioni mafiose nel comune di Cinisi e nei retroscena dell'ampliamento dell'aeroporto di Palermo. Dalle frequenze della piccola emittente privata, fa nomi e cognomi di mafiosi e politici coinvolti e, soprattutto, di Tano Badalamenti, o «Tano Seduto», come lo chiama beffardamente Impastato. L'attacco è come una firma sulla propria condanna a morte. Impastato lo sa ma non indietreggia, preoccupato solo che il fratello Giovanni non sia coinvolto in ritorsioni. La vendetta della mafia non tarda ad arrivare. Peppino Impastato viene assassinato per mano della mafia la notte tra l'8 e il 9 maggio 1978. Una «punizione» esemplare per i suoi coraggiosi attacchi pubblici al boss Gaetano Badalamenti. Alla mafia non piace creare eroi e cerca sempre di infangare il nome di chi la combatte. E così la morte di Peppino è stata oggetto di depistaggi e reticenze. Si è cercato di far passare la sua morte come un incidente, l'errore di un brigatista. Gli assassini tentano di mascherare l'omicidio con una messinscena tesa a dimostrare come Impastato fosse saltato in aria mentre preparava un attentato alla ferrovia locale. Le forze dell'ordine inizialmente danno credito a questa versione ma la verità era invece di fronte a tutti e gli amici, che al suo fianco hanno combattuto, la madre ed il fratello Giovanni si sono battuti per arrivare alla verità, sancita oltre vent'anni più tardi, in un'aula di tribunale, con la condanna all'ergastolo, nel 2002, di Tano Badalamenti come mandante dell'omicidio di Giuseppe Impastato detto Peppino. 'Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo'. ONORE ALLE VITTIME DI TUTTE LE MAFIE Sinistra-Eologia-Libertà Rifondazione Comunista

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/8/2010

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