Fino al 14 settembre al Colosseo c’è una mostra che affronta il concetto del trionfo romano, dagli Etruschi fino a Costantino, attraverso un centinaio di opere tra rilievi, monete, bronzi, sculture e pitture.
La Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma conferma il programma ormai avviato da più stagioni presso l’Anfiteatro Flavio, esplorando i grandi temi della civiltà antica secondo progetti che coniugano il rigore scientifico con un moderno linguaggio espositivo. Infatti, la mostra permette di accostarsi ai diversi modelli ideologici e figurativi che nel tempo hanno concorso a definire la fisionomia di tale cerimonia, di importanza assolutamente centrale nella vita pubblica e politica del mondo antico.
Il percorso è stato organizzato intorno a nuclei tematici fortemente differenziati.
La prima sezione, dedicata al Trionfo, è articolata in una sequenza che, dal mondo etrusco e dalle rappresentazioni funerarie della processione del magistrato agli Inferi con un seguito di musici e littori giunge fino al mondo ellenistico, con le immagini del trionfo di Dioniso sugli Indiani, tema diffuso a seguito della stupefacente campagna orientale di Alessandro Magno. A Roma le soluzioni iconografiche si diversificano: dalla processione circense, che all’apertura dei giochi al Circo Massimo sfilava tra le vie della città con un solenne apparato scenografico - giovani, attori, musici, e le stesse immagini degli dei su portantine fino alla vera e propria processione trionfale, in cui al seguito del magistrato trionfatore erano esibiti i prigionieri in catene, le riproduzioni delle città sottomesse e l’enorme massa di ricchezza accumulata come bottino di guerra.
Una seconda sezione è riservata alle immagini dei Vincitori e dei Vinti: dai volti dei più noti trionfatori repubblicani, da Cesare ad Ottaviano, alla riproduzione delle scene di battaglia, ai monumenti eretti a seguito delle campagne vittoriose con l’affissione in bella vista delle armi dei nemici sottomessi, fino alle immagini commemorative delle Vittorie, con i generali in abito militare incoronati dalle stesse Vittorie, e i nemici sottomessi inginocchiati ai loro piedi. Alcuni oggetti straordinari permetteranno di comprendere come le armi stesse si possano caricare di un valore anche simbolico: elmi, falere, pettorali di cavallo e bighe appaiono riccamente decorati con scene di battaglie, immagini del generale vincitore e del trionfo militare. Chiude l’esposizione una scelta delle raffigurazioni delle popolazioni vinte, sottomesse al potere di Roma: Greci, capi Barbari, Daci e Giudei che, le mani in catene dietro la schiena, il capo chino, mostrano di appartenere ad un mondo ormai in dissoluzione.
Materiali, quindi, per la prima volta riuniti insieme: un’occasione unica per accostarsi con più compiutezza all’ideologia del Trionfo e della Vittoria militare, in un mondo che nel volgere di pochi secoli sarà capace di comprendere al suo interno tutto il bacino del Mediterraneo.
Inscindibile dalla mostra uno sguardo all’arco di Costantino, il più grande arco trionfale conosciuto che si erige imponente accanto al Colosseo, e una passeggiata nel Foro romano lungo la via Sacra, asse privilegiato del corteo trionfale, attraverso gli archi di Tito e di Settimio Severo con rilievi che rappresentano l’intera processione di vincitori e vinti, e vittorie alate pronte a incoronare il generale conquistatore.
Il progetto della mostra prevede un secondo atto, dopo il Colosseo, che ne riprenderà il prossimo anno le fila percorrendo tutti i secoli successivi, sino ai nostri giorni.
, a cura di Daniela Bruzzone
Data notizia: 4/18/2008
dalla nostra Daniela Bruzzone
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