Gazzetta del Sud
Mario Cavaleri
Palermo
Ci risiamo. Tra Raffaele Lombardo e Gianpiero D'Alia è di nuovo scontro alla vigilia del riassetto di governo e del movimento dei direttori generali, per alcuni dei quali la conferma è certa, per altri altrettanto certa la rimozione: sui nomi, nessuna indiscrezione anche perché molto dipenderà dal defaticante tiraemolla nella maggioranza dove l'approssimarsi della scadenza amministrative di primavera con l'eventuale patto di fine legislatura riaccende la conflittualità.
A incalzare il governatore è soprattutto l'Udc orientata a porre fine alla collaborazione. Lo aveva fatto capire mercoledì il coordinatore regionale Giampiero D'Alia con l'ultimatum per una serie di cose non condivise e già prima ponendo il problema della compagine politica con diversa composizione nella rappresentanza. Cui si aggiunge adesso l'organigramma direttori.
Nella sede Udc di Messina, D'Alia ha convocato per martedì parlamentari nazionali e regionali, segretari e presidenti provinciali del partito, oltre agli ex parlamentari. L'Unione di centro romperà davvero l'alleanza con Mpa, Fli e Api, in questo momento in cui anche il governo nazionale è formato tutto da tecnici? Le "ruggini" sono antiche ma sarebbe dirompente una scelta "solitaria" in questa fase delicata della politica non solo regionale che segnerebbe la fine di un Terzo Polo, esistito finora più come artificio che come aggregazione vera destinata a integrarsi e fondersi in un'unica realtà.
Fatto sta che il disegno di svolta ha subito un'accelerazione improvvisa, proprio quando lo stesso Lombardo nel riconoscere la giustezza del secondo assessorato al partito di Casini, ha preannunciato un vertice di maggioranza entro la fine dell'anno.
Nella partita un tentativo di rilancio sul governo "politico"? Su questo versante però Lombardo è meno disponibile perché una parte della maggioranza avrebbe difficoltà ad accettarlo e imporre ora questa scelta significherebbe mettere in forse lo stesso esecutivo. Obiettivo che l'Udc insegue?Si saprà martedì.
Al difficile equilibrio tra partner Lombardo comunque continua a lavorare e in questi giorni sta completando la ricognizione sui direttori generali per trovare la sintesi da sottoporre al vertice con gli alleati. Intanto sul suo blog difende l'operato degli assessori tecnici e si dice disposto ad accettare critiche «purché ispirate da onestà intellettuale e dalla coscienza libera da condizionamenti e interessi; e molto spesso le due condizioni non si verificano».
Nel consuntivo, le più importanti questioni affrontate, «tante e incisive nella vita della Regione eppure insufficienti rispetto a quanto bisognerà ancora consolidare e cambiare». Che richiede almeno un altro quinquennio di lavoro nella continuità. Ecco allora cosa chiede il governatori ai partner: l'impegno a rafforzare il patto per le Comunali e per la prossima legislatura: «C'è tutto da riformare, non per un anno o due, ma per molto tempo ancora. C'è un sistema da rivoltare come un calzino per migliorarlo ed eliminare le cose che non funzionano, che sono tantissime, ed investire le risorse, che non sono tante, orientandole verso obiettivi di sviluppo e di benessere e di lavoro per i siciliani».
Una strada in salita, faticosa ma da percorrere per il cambiamento dopo un sistema durato decenni che ha bisogno di essere riformato.
Dalla sanità al lavoro, dagli aiuti in agricoltura alla riorganizzazione delle Aree industriali eliminando mega apparati inefficienti; dal credito di imposta alla legge sull'abitazione sociale. Per finire al Bilancio col risparmio di un miliardo (prima manovra Tremonti) poi 400 milioni (con la manovra successiva) e adesso chiamati a tagliarne altri 400, «visto che le diavoleria di una finanza più o meno creativa e di un sistema finanziario che specula sulla pelle della gente, mettono il nostro paese in ginocchio e nelle condizioni di dover fare quadrare i conti a tutti i costi».
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/24/2011
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