Riceviamo da Mario Paino e pubblichiamo:
Con sempre crescente frequenza noto una pericolosa tendenza a fare da Cassandra sulle disastrose condizioni economiche del comune di Lipari, prevedibile preludio a un generalizzato aumento di tasse che a quel punto diventerebbero accettate e condivise. Poiché sono stato costretto nelle mia esperienza politica ad occuparmi di tale problema e avendo per ben cinque anni resistito, nella qualità di presidente del Consiglio Comunale dal 2001 al 2007, a tutte le infinite pressioni provenienti da più parti che mi “invitavano” ad aumentare le tasse, cosa che non ho voluto fare ( e sono ancora oggi felice di essere riuscito, con grosse difficoltà, a mantenere l’unico impegno che avevo assunto allora con i miei concittadini elettori) desidero brevemente esporre il mio contributo alla faccenda pur precisando che non conoscendo l’attuale situazione economica del comune, potrei fare affermazioni non aderenti alla nuova realtà. Sinteticamente il problema di aumentare le tasse è un falso problema di tutte le comunità. Il problema vero è l’equilibrio delle spese e delle entrate che deve essere mantenuto con i meccanismi più virtuosi possibili che agiscano sui due versanti, riqualificando la spese e riducendola a quella indispensabile anche a costo di sacrifici “ politico- clientelari” e riqualificando le entrate anche attraverso un’opera di risanamento e riorganizzazione dei servizi, alcuni dei quali ( rifiuti, acqua, energia elettrica, edilizia, imposte) hanno delle ricadute sia sul versante delle entrate che su quello della spesa. Solo attraverso una dettagliata analisi ( tecnica) di tutti questi meccanismi e dall’impatto ( analisi politica) di tali meccanismi sulla vita di una comunità si può valutare su quale versante agire e su quali rimedi di quel versante. L’analisi finale deve farla la politica e non i tecnici perché è la politica che deve decidere ( ad esempio) se sia più utile e/o più possibile acquistare arredi negli uffici o far funzionare un asilo nido o realizzare entrambi gli interventi e con quali risorse. La consapevolezza deve essere quella di sempre; cioè che se il “voltante” di una macchina è l’economia , il “ motore” deve essere l’”oggettività”, senza questa consapevolezza nessuna società può progredire. Alla luce di tali considerazioni devo purtroppo affermare che le logiche dominanti purtroppo richiedono di accedere invece ad una economia “ drogata”, dove si chiede “ sempre” e “ comunque” ai cittadini ogni anno e ad ogni bilancio di aumentare le tasse, perché la situazione è drammatica, salvo poi a dire l’anno successivo che i soldi non sono bastati e che ci vogliono nuove tasse perché siamo al collasso, al dissesto, bla bla bla e così via all’infinito.
Questa logica è improponibile e ci vuole qualcuno che dia un segnale forte di discontinuità, come quello che ha dato quel Consiglio Comunale ( sia di maggioranza che di minoranza) che dal 2001 al 2007 ha avuto il coraggio di resistere alle pressioni e non aumentare le tasse. Voglio ricordare a chi non se ne fosse accorto che ancora oggi a Lipari ( e chi vive nel sociale lo sa) c’è parecchia gente che chiede soldi, ci sono molte attività che non riescono a pagare le tasse, ci sono molte famiglie che ( a dispetto di pignoramenti e sequestri) non riescono a pagare le imposte e spesso neanche i beni di prima necessità. Noi non siamo un comune diverso dagli altri, non è vero che abbiamo un problema di liquidità diverso dagli altri, noi riscuotiamo l’Ici e i tributi quando li riscuotono gli altri comuni, noi paghiamo gli stipendi quando li pagano gli altri comuni, attingiamo alle anticipazioni di tesoreria come gli altri comuni. Siamo un comune come gli altri e dobbiamo avere questa consapevolezza. Dobbiamo sempre più improntare l’azione amministrativa alla teoria delle quattro R ( regole, responsabilità, rigore, risultati ). Il dubbio, invece, è quello che si voglia evitare di accedere a meccanismi virtuosi ma che richiedono maggior lavoro e maggiore impegno, per andare sempre sull’accertato come è documentato dalla protervia con cui alcune amministrazioni propongono l’addizionale Irpef, tassa fortemente e doppiamente iniqua, sia perché grava su chi dichiara , sia perché non influisce su chi evade.
Ho voluto brevemente esporre queste considerazioni, che provengono dal profondo del cuore, perché leggendo i nostri blog i cittadini si potrebbero sentire smarriti di fronte ad una comunità che nel vivo di un confronto politico essenziale per la nostra collettività sembrerebbe ricevere il messaggio che l’unico obiettivo che si propone il comune per il prossimo futuro sia come rastrellare soldi a chi già paga, invece di sviluppare ipotesi di crescita globale, rappresentando una realtà particolare anche dal punto di vista economico di bilancio, quando le isole invece sono realtà particolari ma per ben altri aspetti ( trasporti, servizi).
Mario Paino
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/2/2012
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!