L'editoriale
di Peppe Paino
Il giorno dopo la “ bomba d’acqua” che ha allagato vie pubbliche, scuole e negozi nella principale isola delle Eolie è tornato, con tanto di scope e pale in mano, il sole e il sorriso. E possono tornare anche i turisti che , oggi, vedendo le immagini di sabato mattina nei tg hanno disdetto le loro prenotazioni in alcuni alberghi per un allarme che , di fatto, è durato soltanto mezza giornata. Lipari ce l’ha fatta, orgogliosamente, da sola a rimettersi in piedi grazie all’incessante lavoro degli operai (stagionali) della Guardia Forestale, oggi anche nella via Ten. Mariano Amendola, proprio sotto il porto, della squadra comunale di Protezione civile, dei Vigili del Fuoco e delle altre forze dell’ordine dislocate sul territorio oltre alle ditte incaricate dal Comune.
Restano, tuttavia, i danni ancora da quantificare ma comunque lontani dalla cifra di trenta milioni di euro, stimata non si sa da chi. Lo ha confermato lo stesso sindaco Marco Giorgianni che, com’è noto, ha richiesto lo stato di calamità naturale alla Regione, chiamata, in un momento tutt’altro che florido a reperire , possibilmente con lo Stato, le risorse necessarie per mettere in sicurezza i torrenti dell’isola, tre dei quali solo nella frazione balneare di Canneto e due nel centro. La priorità a Lipari e questa.
L’isola, fatta fuori dai finanziamenti regionali per gli interventi sul dissesto idrogeologico, come denunciato dall’ex responsabile locale della Protezione civile, Nico Russo, deve rientrarvi con pieno diritto . Anche perché tra poco torneranno, purtroppo, i disastri provocati dalle mareggiate che costano alle casse comunali fiori di quattrini all'anno. Occorre, pertanto, lavorare seriamente a tutto tondo.
Per i torrenti, in particolare, dopo oltre dieci anni di proteste a vuoto, si devono necessariamente adeguare ai frequenti eventi meteorici eccezionali, le strutture a monte di via Roma, strada che conduce a Marina corta ; lo stesso dicasi per Valle, zona nella quale sarebbe crollata sabato una consistente porzione di un dirupo dalla soprastante località di Annunziata. In questo caso , però, non si può fare finta di nulla sui lavori di copertura idraulica che sono stati inaugurati giusto un anno fa. Da adeguare, inoltre, sempre a monte, gli urbanizzati torrente Boccetta dove l’acqua ha risucchiato auto e moto; il torrente Aurora coperto da un metro e mezzo di terra con tanto di famiglie sequestrate in casa e, praticamente, chiuso, giusto nello sbocco verso il mare. Ed ancora occorre provvedere alla pulizia periodica della vasca di contenimento del torrente Calandra che con il suo fiume di pomice ha travolto un minibus di linea. In quest’ultimo caso, comunque, il sindaco Giorgianni ha annunciato che è pronto un bando e che grazie al via libera ottenuto dal distretto minerario quella pregiata sabbia di pomice finirà in mare per il ripascimento delle spiagge di Canneto.
E’ chiaro che questi interventi vanno preceduti dai più semplici lavori di pulizia dei tombini. Sarà stato pure un evento eccezionale ma dalla scuola media Santa Lucia, dove si sono allagati piano terra e cortile, le richieste in tal senso al Comune non sono mancate. Lo stesso discorso vale per i pozzetti del corso Vittorio Emanuele e per quelli dislocati nel lungomare di Canneto.
Auspichiamo, infine, senza troppe parole, che quanto accaduto responsabilizzi quanti sono preposti a vario titolo al controllo del territorio. Perchè finora , diciamo così, non ha prodotto gli effetti sperati. Torrente Aurora chiuso ne è la dimostrazione.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/16/2012
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