La forza della cucina eoliana risiede non tanto nella quantità e nella varietà degli ingredienti utilizzati, quanto nella qualità e nella freschezza di ciò che si utilizza. Molti dei piatti che si trovano sulle tavole degli isolani non sono originariamente “eoliani”, ma comunque radicati nella cultura gastronomica dell’Arcipelago delle Lipari. Di seguito proviamo a proporre un pranzo tipico, a base di frutti e verdure, con piatti che sovente arricchiscono le tavole degli eoliani. I fiori di zucca costituiscono l’ingrediente principale per uno squisito antipasto. Ottimi da gustare in pastella, oppure a frittelle. Sia le prime (preparate con acqua e farina), che le seconde ( con formaggio, uova, farina o mollica), sono semplici e sfiziose. Un primo piatto ideale, sempre molto semplice e leggero, soprattutto durante il periodo estivo, è la pasta con il finocchietto selvatico. Il finocchietto va fatto prima sbollentare il pentola e, dopodiché, soffritto leggermente in padella con aglio e pomodorini. Per chi lo desidera, è possibile aggiungere anche acciughe e capperi. Un secondo gustosissimo, spesso presente sulle tavole degli eoliani, è rappresentato dalle melanzane a barchetta. Le melenzane, farcite con mollica, formaggio, e possibilmente anche capperi, vengono cotte al forno. A qualcuno piace cucinarle in pentola, con tanto sugo. In questo caso, la melenzana non va tagliata a metà, bensì lasciata intera, e farcita attraverso l’apposito cappuccio. Ovviamente, prima di cuocerle in pentola, vanno leggermente cotte in padella. A fine pranzo l’ideale è gustare fichi, nespole dolcissime, prugne e gelsi. A questo proposito, per la colazione, sono consigliate delle ottime confetture di fichi e prugne. Infine, un dolce amato da tutti gli eoliani: gli sfinci di zucca. Con pochi e semplici ingredienti è possibile preparare un dessert buonissimo, anzi no, SUPERBO. Zucca gialla, farina 00, acqua, lievito di birra, uvetta, rosmarino, zucchero e cannella. Il risultato è decisamente poco light. Ma del resto, quando in tavola c’è un dessert così buono, cosa importa di mettere su qualche chilo ?! L’ideale sarebbe gustare gli sfinci caldi, appena scesi dalla padella, guarniti con zucchero e cannella, ma freddi sono altrettanto buoni, ed oltretutto, a differenza degli sfinci d’ova, quelli di zucca non si induriscono, si mantengono mediamente morbidi per due, tre giorni. Il consiglio, una volta freddi, è di bagnarli leggermente con un po’ di vino cotto, e gustarli così, il risultato è formidabile.
di Caterina Saltalamacchia
Data notizia: 6/30/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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