È da poco in libreria per i tipi Kimerik “L’imperfetto dell’essere” il libro d’esordio del lipariota Giovanni Saltalamacchia, barbiere di professione.
Scrivere è una passione che coltiva da quando era piccolo. L’autunno è la stagione che ama, ed è un segno del destino l’uscita del libro, proprio, in questo periodo.
La bellezza che assume la natura in questa fase, stimola la sua creatività. L’aria fresca e malinconica, il profumo della terra che sa di antico, il respiro dello spirito della natura che si sente nei boschi e il colore delle foglie che si staccano dagli alberi; queste foglie gialle che si lasciano trasportare dal vento sono il simbolo inequivocabile dell’ultimo viaggio. Questa grande metafora che fa da tramite tra la vita e la morte.
“L’imperfetto dell’essere” esprime, in versi, il mondo interiore del poeta, nella sua interezza. Le liriche, scritte in uno spazio di tempo che va dal 1995 al 2016, alternano vari aspetti della quotidianità dell’autore, il tema della morte, l’elogio per la sua “isola”, il tema della lontananza. Questa silloge poetica, trasporta il lettore in un mondo fatto di dolci e, a volte, amari ricordi: Novembre è tornato a sorridermi Dalle spine di un passato doloroso sono fiorite due rose meravigliose che con il loro profumo di vita, inebriano la mente e il cuore mio". Saltalamacchia riesce così a trasmettere i propri sentimenti, toccando l’animo di chi legge.
di Redazione
Data notizia: 10/29/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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