Roma, 15 apr. (Adnkronos) - ''Noi non possiamo prevedere se un terremoto ci sara' ma possiamo monitorare il fenomeno e comprendere il livello di rischio. Possiamo fare opera di prevenzione mettendo in sicurezza gli edifici e le strutture, e sappiamo che se il terremoto ci sara', per tutti sara' un implacabile esame. Ma quando il terremoto arriva, e travolge persone e cose, a partire dall'istante successivo l'unica possibilita' e' fare presto. Pochi minuti dopo la scossa il 6 aprile, il comitato operativo del sistema di Protezione civile era convocato a Roma nella Sala situazione Italia del Dipartimento della protezione Civile''. Lo scrive il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in una lettera pubblicata da 'Il Messaggero'. ''Ho visto affluire e sedersi intorno allo stesso tavolo - racconta Bertolaso - uno per uno tutti i rappresentanti della rete di coordinamento, Vigili del Fuoco, Forze Armate e Forze dell'ordine, organizzazioni di volontariato, Croce Rossa e tutti i rappresentanti dei servizi essenziali''. 'Abbiamo affrontato le prime fasi dell'emergenza mettendo in azione quel sistema tutto particolare che ha fatto della Protezione Civile italiana un modello per tante realta' molto meno a rischio e molto meno complicate della nostra'', ha continuato. ''E proprio dall'ambasciatore tedesco - scrive Bertolaso - mi sono sentito dire: complimenti, noi in Germania non ne saremmo stati capaci. Il modo in cui ha sottolineato 'in Germania' significa davvero tante cose, e demolisce lo stereotipo dell'Italia arruffona, approssimativa e disinvolta. L'Italia sorpresa nel sonno, l'Italia in lutto, l'Italia ferita ha reagito nell'unico modo possibile: facendo sistema. Un sistema straordinario, una formula alchemica di serieta', compostezza, umilta'''. ''La sensibilita' e la forza degli italiani ci hanno dato la soddisfazione di vedere uno slancio che dalla tragedia ci ha proiettati in soli sette giorni alla fase della ricostruzione'', prosegue. ''E quando anche questa emergenza sara' finita -conclude - quando vedremo tornare a casa le prime persone, dovremo fermarci a riflettere. Oggi si dibatte sulla previsione e sull'affidabilita' della scienza, ma la vera questione e' un'altra. Ce lo ha ricordato il presidente della Repubblica, lo voglio ricordare anche ora: e' doveroso che il nostro Paese sia chiamato, o si senta chiamato ad un comune e condiviso esame di coscienza sulla storia e gli errori commessi dal dopoguerra a oggi''.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/15/2009
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