Una "claque" per la festa di San Bartolo?

Una "claque" per la festa di San Bartolo? Riceviamo dall'esponente del pd Pino La Greca e pubblichiamo: Il termine claque è un francesismo di uso corrente (dal verbo onomatopeico francese claquer, battere schioccando, come ad esempio il battimani), che in italiano indica soprattutto un gruppo organizzato di spettatori che applaude o dissente non spontaneamente, ma dietro compenso economico o di altra natura.Il ricorso alla claque nasce nel XIX secolo, dopo che i teatri divengono pubblici (e non più di corte) ed è stato spesso protagonista della fortuna o della caduta di opere teatrali o liriche. In genere una claque ha un capo, che è, come diceva uno storico capoclaque romano, "quella persona che ha la competenza e l'autorevolezza per cominciare un applauso". E anche (cosa che il citato pudicamente sottaceva) per cominciare una salva di fischi e successiva gazzarra, terrore di ogni impresario teatrale. Questo "servizio" veniva offerto ad impresari e artisti, per sostenerne le fortune e tentare di demolire quelle dei loro avversari. Per estensione si definisce claque qualsiasi tipo di manifestazione di consenso o di dissenso, non spontanea, ma espressa in modo da sembrare tale e finalizzata a suscitare o amplificare l'atteggiamento del resto del pubblico. *** La stagione estiva, soprattutto nel nostro arcipelago, coincide con il picco di lavoro e di stress per tutti gli eoliani. Il caldo, la confusione e tutto il contorno ben noto agli eoliani provocano, alle volte, delle reazioni inconsulte, che in molti casi diventano delle “storie paesane” da raccontare in giro, con il rischio che ad ogni passaggio la “storia” viene arricchita di dettagli non sempre veritieri, in molti casi si chiude con un sorriso in molti altri casi rischia di provocare delle tragedie, quando si trasforma in calunnia gratuita. Nei giorni scorsi è circolata la “storia” dello spettacolo di Zelig e della contestazione, del tutto spontanea, per quanto è dato sapere (dato che nessuno sospettava di una presenza del sindaco allo spettacolo in parola, profumatamente pagato dal pubblico), proveniente dal pubblico in sala all’indirizzo del Dott. Mariano Bruno, sindaco pro-tempore del Comune di Lipari, probabilmente la gente, dopo una lunga fila, era stanca di aspettare e l’aver “allungato” la presentazione con decine e decine di ringraziamenti ha indispettito il pubblico, che voleva vedere ed ascoltare i loro beniamini. La vicenda poteva trovare la sua naturale conclusione nei giorni successivi al nascere di una nuova “storia” da raccontare in giro, ma ecco la “novità” che invece di chiudere la vicenda con un sorriso rischia di prolungarla all’infinito, trasformandola in farsa, in una gara all’applausometro come in quelle trasmissioni televisive in cui uno o più operatori invitano il pubblico semi-addormentato ad applaudire l’ospite di turno anche di fronte alla battuta più scontata e banale. Si racconta in giro che alcuni amici del sindaco, soprattutto assessori, stiano organizzando una claque in occasione della festa del Santo Patrono. Sembra una vicenda degna del miglior Roberto Benigni o Woody Allen o del compianto John Belushi, quel che sfiora la farsa, se la storia risponde al vero, è il voler approfittare di un’occasione pubblica, super-parters, corollario alle festività religiose per cercare di ribaltare con un applausometro scomposto una protesta che si è sollevata spontanea dal pubblico durante le spettacolo di Zelig. Il consenso o il dissenso di un’amministrazione si misura giorno per giorno dalla partecipazione spontanea della cittadinanza; un sindaco, un assessore, che operano attivamente sono avvicinati dai cittadini, si sentono rivolgere dei complimenti ed anche delle critiche, ma sempre con rispetto ed attenzione reciproca. Il consenso si riceve dalle opere fatte non dall’effimero. Un applauso della claque potrà soddisfare un ego ferito ma non ristabilirà il consenso se questo è in caduta libera. La trasparenza, il rispetto della legalità, la buona amministrazione si misurano giorno per giorno tra la propria gente non raccogliendo un applauso scomposto da quelle famiglie che in questi giorni hanno visto i loro figli e/o parenti assunti nell’ambito dell’emergenza mentre altre centinaia sono state deluse e si sono sentire prese in giro. Mi auguro di essere clamorosamente smentito. Giuseppe La Greca

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/18/2009

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