PALERMO- La cena tra il governatore Raffaele Lombardo e l'ex premier Massimo D'Alema (a base di risotto ai frutti di mare, pasta coi ricci, gamberoni al vapore e un'orata al sale) è servita intanto a gustare prelibatezze ma fra un boccone e l'altro pure a scambiarsi riflessioni politiche sugli scenari siciliani attuali e di prospettiva, all'indomani della pagina elettorale nel Pd e a pochi giorni dalla scissione in casa Pdl.
Una conversazione amichevole che ha rafforzato un rapporto personale già testimoniato da D'Alema al primo congresso dell'Mpa a Bari e poi alla convention nazionale di Roma.
Niente di nuovo e sconvolgente dunque ma la conferma che tra persone benpensanti ritrovarsi è sempre un motivo di arricchimento utile, quale che sia lo schieramento, anzi a maggior ragione se su posizioni diverse.
Ma in un clima avvelenato ogni cosa viene caricata di significati ultronei e allora qualsiasi gesto può essere esasperato o stemperato a seconda delle convenienze.
Il presidente della Regione si mostra tuttavia sereno, convinto che nei momenti decisionali importanti la maggioranza del parlamento asseconderà la linea di risanamento finanziario e di riordino della macchina regionale.
Ieri Lombardo è volato a Bruxelles per incontrare alti vertici dell'Unione europea e recuperare fondi da destinare al riassetto idrogeologico. Ha discusso del caso Messina, e quindi della possibilità di utilizzare risorse strutturali per la messa in sicurezza del territorio. Incontri produttivi che gli consentiranno di rientrare oggi a Palermo con buoni risultati.
Anche su questo fronte il governo regionale confida che l'Aula sulla politica dei fatti saprà trovare occasioni di coesione, piuttosto che esaurirsi in logiche di fazioni.
Intanto rimane aperta la questione della verifica di maggioranza richiesta dal co-coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione dopo mesi di dissensi. Per il capogruppo Innocenzo Leontini l'incontro fra il governatore e l'esponente del Pd era forse finalizzato a «mendicare o comunque per richiedere ennesimi appoggi spuri e di sottobanco». Leontini aggiunge che «le intenzioni dell'on. Lombardo e dell'on. Miccichè finalmente cominciano a diventare più chiare per tutti. Invece di raccogliere la nostra richiesta di analisi dei nodi da affrontare e da tentare di sciogliere insieme, il presidente della Regione promuove incontri nientemeno che con l'on. D'Alema... con supplemento di cena e alla presenza dello stato maggiore dell'Mpa. Così si completa il quadro della posizione espressa dall'on. Miccichè nella giornata di domenica quando, alla richiesta di una verifica di maggioranza mai avvenuta, risponde con la sprezzante intenzione di ricercare qualsiasi tipo di appoggio, pur di andare avanti. Sconfessando la coalizione che gli elettori avevano votato. Tutto questo per Miccichè, significa occuparsi di politica?».
Lombardo tuttavia taglia corto alle polemiche ricordando che bilancio e manovre correttive sono stati discussi in Giunta approfonditamente presenti i due assessori dell'area "lealista" di Leontini, e cioé Nino Beninati e Mario Milone: «Non si fidano di loro? Non credo, altrimenti li avrebbero già invitati a dimettersi».
A Leontini replica allora il deputato regionale del Pdl Sicilia, Giovanni Greco: «Da che pulpito arriva la predica. Vorrei sapere quando il capogruppo dei cosiddetti lealisti si sia mai degnato di fare il suo dovere, tenendo un incontro con i suoi deputati per cercare di risolvere i nodi interni? Se Leontini – aggiunge – avesse agito con la stessa determinazione e pari coerenza di Miccichè probabilmente si sarebbe seguita una diversa rotta: avrebbe prevalso il dialogo. Leontini - conclude Greco - ormai da tempo è in costante pellegrinaggio romano verso il santuario per l'invocazione dei miracoli. Tutto questo significa occuparsi di politica?».
E pronta la controreplicaaffidata ai deputati regionali Corona, Limoli, Mancuso: «Siamo sorpresi delle continue dichiarazioni di Giovanni Greco. L'unico ricordo che abbiamo di lui è la spasmodica ricerca di sgabellini e poltroncine, nonchè di riunioni segrete con l'ex assessore regionale al Bilancio per affossare il bilancio regionale e incrementare la tabella h, allo scopo di distribuire prebende che Greco conosce bene».
«Il capogruppo Leontini non ha bisogno di difese d'ufficio in quanto ha sempre disdegnato riunioni che avevano solo il sapore del 'babbiò e delle richieste personali – aggiungono i tre "lealisti" - La politica è un'altra cosa. Greco avrà il tempo di farsela spiegare da chi gli scrive le cose».
E Gianfranco Miccichè, sul suo blog: «il partito è fatto dagli elettori e non dai coordinatori, chi governa con Lombardo ha diritto a essere del Pdl, gli altri no». Poi rincara la polemica col gruppo dei parlamentari vicini a Schifani e Alfano che sono critici con il governatore: «Qui, cari amici, esiste un solo vero lealista che è Miccichè con tutti i deputati regionali che hanno aderito al Pdl Sicilia. I veri dissidenti del mandato dato dagli elettori siciliani sono quelli che si definiscono lealisti». ma. cav.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/11/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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