Gazzetta del Sud
Palermo- Tutto quello che sta avvenendo? È colpa di Gianfranco Miccichè, uno che capovolge la realtà. Parola del co-coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione: «L'anno scorso Miccichè gestì la presidenza dell'Assemblea litigando, come gli accade frequentemente, con tutto e con tutti: con la maggioranza, con il governo e con l'opposizione. Non presiedeva quasi mai e quando presiedeva lo faceva per sabotare il governo allora in carica. Quando arrivò la sentenza Cuffaro, quello stesso Cuffaro che lui volle fortissimamente candidare nel 2001 e a cui volle affiancarsi da presidente dell'Assemblea nel 2006, Miccichè piuttosto che lavorare per una prospettiva di governo che sarebbe giunta di lì a breve, preferì salire su un improbabile pulpito con pretese da moralizzatore dal quale cominciò ad insultare prima Cuffaro, poi Lombardo come ipotetico continuatore del cuffarismo e numerosi esponenti di Fi. Individuò nel suo blog il megafono moralisteggiante che poi dovette spegnere tra gli insulti dei suoi ex sostenitori con cui addirittura immaginava di costituire delle liste per le elezioni regionali, che non riuscì a metter su. Insomma: un errore politico dopo l'altro e insulti a volontà lo hanno reso un incandidabile perchè candidare lui significava non allearsi l'Mpa con cui il presidente Berlusconi intendeva stringere un'alleanza. A causa dell'attività di Miccichè, in quei mesi, Forza Italia dovette rinunciare ancora una volta alla presidenza della Regione dopo che lo stesso Miccichè l'aveva regalata a Cuffaro nel 2001 e dopo che sempre Miccichè era stato protagonista delle dimissioni, ancora oggi inspiegabili, di Provenzano nel 1998. Da quelle dimissioni -prosegue Castiglione- Miccichè è sempre stato la causa politica della esclusione di Fi dal vertice della Regione Miccichè dunque si rassegni ad una amara verità, è lui che si è reso incandidabile nonostante la buona volontà di molti esponenti di spicco di Forza Italia, è proprio lui la causa dei suoi insuccessi e dei suoi guai politici. Sappiamo che è difficile riconoscerlo per il diretto interessato, ma è così purtroppo per lui e per tutto il Pdl»
. L'attacco di Castiglione prosegue così: «Dopo le elezioni regionali Lombardo ha immediatamente avviato una politica tendente alla aggressione e mortificazione del principale alleato e cioè del Pdl. Per questo i "lealisti" hanno reagito non immaginando che qualcuno (proprio Miccichè) si ponesse da vassallo pur di avere qualche poltrona in più. Dunque: "meglio sabotare il Pdl e ci guadagno un po' io". Questa la logica inaccettabile che ha guidato Miccichè. Riguardo la guida del Pdl è stato proprio Miccichè a lanciare un proclama: chi vince le elezioni europee nella lista del Pdl avrà la guida del partito. Una sfida da lui lanciata e da lui persa con la sconfitta del suo candidato. Tutto ciò nonostante l'alleanza da lui contratta con il candidato espressione della ex A in Sicilia e nonostante abbia fatto l'intera campagna elettorale a "pancia piena", cioè con gli assessori regionali ben accomodati sulle poltrone di governo e ben assecondati e coccolati dal presidente Lombardo a differenza dei candidati "lealisti" cacciati fuori dalla giunta regionale proprio alla vigilia del voto, combattenti e vincitori a mani nude».
Conclusione: «Probabilmente se Miccichè fosse umile e intellettualmente onesto riconoscerebbe tutto questo, ma è inutile illudersi perchè se lo fosse stato non avrebbe compiuto gli errori che lo hanno portato a non essere candidato a presidente della Regione».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/13/2009
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