Ripensare l'Aids attraverso l'arte.

Ripensare l'Aids attraverso l'arte. Ripensare l’Aids attraverso l’arte. Questo l’obiettivo dell’artista e degli organizzatori della mostra fotografica a Palazzo Valentini. L’Aids. La malattia infettiva, contagiosa e “mediatica”, di cui abbiamo sentito parlare per la prima volta trenta anni fa negli Stati Uniti. Il 30 novembre, in occasione della ventiduesima giornata mondiale dell’Aids che si celebrerà il primo dicembre, alle 11 verrà inaugurata la mostra “Volti positivi. Sudafrica, un viaggio per ripensare l’Aids” di Silvia Amodio. Una originale installazione esposta nel cortile del Palazzo, curata da Maura Crudeli per l’Associazione Rinascimento. Il lavoro di Silvia, che vuole riportare l’attenzione su un’epidemia che da troppi anni uccide troppe persone in tutto il mondo, è sfociato in una mostra fotografica, un’installazione video, un documentario e diversi pannelli, che fotografano la situazione attuale in Italia. Le bellissime foto di Silvia sono immagini positive che non possono non catturare chi le guarda imponendogli una riflessione. Silvia Amodio è stata incoraggiata ad occuparsi di questo argomento da Sindiwe Magona, una grande scrittrice sudafricana, paese preso come modello, perché purtroppo detiene il primato dei decessi per il virus. Ogni giorno infatti in Sudafrica muoiono mille persone a causa del virus dell’hiv. Ogni giorno. Su dieci bambini orfani a causa del virus, nove vivono in Africa. Chi è Sindiwe Magona? E’ una donna che sotto il regime dell’apartheid, abbandonata dal marito con tre bambini piccoli, è riuscita a studiare per corrispondenza fino alla laurea e a trovare un impiego alle Nazioni Unite di New York, dove è rimasta per ventisei anni, fino alla pensione. Chi è Silvia Amodio? E’ giornalista e fotografa. Nasce a Milano, si laurea in filosofia con una tesi, fatta alle Hawaii, sulle competenze linguistiche dei delfini. Da anni è impegnata nel sociale e crede fermamente che possa essere utile per la popolazione sudafricana portare sotto la luce dei riflettori la piaga dell’Aids. “Volevo mostrare la forza, il coraggio, la volontà di guardare oltre e affrontare il futuro con dignità, nonostante tutte le difficoltà….Non mi piace l’idea di scattare una fotografia senza chiedere il permesso, penso che sia un gesto invadente……Per questa ragione mi sono organizzata, in modo che le persone fossero libere di farsi fotografare solo se lo desideravano…..Portavo con me un telo bianco per estrapolare i soggetti dal loro contesto……Dare una corretta informazione e garantire le cure antiretrovirali a chi ne ha bisogno significa proprio questo: speranza.” Stralci del discorso di Silvia Amodio intervistata sulla mostra. Attesi lunedì 30 Istituzioni, stampa, scuole e chi riuscirà a ripensare l’Aids attraverso l’arte di Silvia Amodio. Fino agli inizi dell’anno prossimo in Via IV Novembre 119 a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, “Volti positivi. Sudafrica, un viaggio per ripensare l’Aids”.

, a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 11/26/2009

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